Etimologia: stornare “tornare indietro”.
Lo storno contabile deve il suo nome al verbo stornare, formato dal latino “tornare” con il prefisso s- (o dis- nelle forme più antiche, come “distornare”). Significa proprio “voltare indietro”, “deviare”, “distogliere”. Questo verbo, con il suo significato di inversione o correzione, rispecchia perfettamente il ruolo dello storno in contabilità: riportare la situazione allo stato corretto e fare ordine tra le righe dei registri.
Storno contabile: una correzione con stile.
Lo storno in contabilità è l’operazione con cui si corregge o annulla una registrazione errata, neutralizzando l’effetto dell’errore senza cancellare la storia. È come una danza di numeri dove ogni passo falso viene elegantemente corretto con una scrittura di segno opposto. E non è corretto pensare che riguardi solo i pagamenti: gli storni si usano per rettificare errori di registrazione, sistemare fatture, gestire prodotti difettosi, aggiustare ratei e risconti. In sostanza, gli storni sono la soluzione a ogni “mossa sbagliata” tra i conti.
Ecco 3 esempi classici e concreti di storni in partita doppia:
1. Storno di una registrazione di incasso errata
Immaginiamo che un cliente abbia pagato 550€ invece di 450€. Per correggere l’incasso in eccesso, lo storno prevede:
- Conto Dare: Crediti v/clienti
- Conto Avere: Banca
- Importo: 100,00€
2. Storno di una fattura di acquisto registrata in modo errato
Una fattura estera viene registrata per 500€, ma in realtà doveva essere 300€. Per sistemare l’eccesso:
- Conto Dare: Debiti v/fornitori
- Conto Avere: Acquisti
- Importo: 200,00€
3. Storno di una fattura di vendita con nota di credito
Dopo aver emesso una fattura di vendita per 200€, arriva la nota di credito per merce resa o difettosa. Le scritture:
- Vendite (Dare 200€)
- Crediti v/clienti (Avere 200€)
- Crediti v/clienti (Dare 200€)
- Banca c/c o Cassa (Avere 200€)
Prima si elimina il ricavo e il credito, poi si registra il rimborso effettivo. E il cerchio si chiude.
Questi sono solo alcuni casi, perché la realtà è molto più varia: si possono storni per errori di imputazione, rettifiche di documenti fiscali, merce difettosa, movimenti per competenza, o ancora per annullare effetti di transazioni non autorizzate. In sintesi, lo storno è il pronto intervento della contabilità, pronto a riportare l’armonia tra i numeri!
Piccole curiosità etimologiche.
Lo storno è parente dello stornello.
Per gli amanti delle parole, c’è una sorpresa: l’etimo di “storno” (quello contabile) è lo stesso di “stornello”.
Lo stornello è una breve composizione poetica, spesso improvvisata e cantata, tipica della tradizione popolare italiana, soprattutto toscana e romana. Il nome deriva dal verbo “stornare”, nel senso di “deviare” o “sviare”, perché lo stornello nasceva per “sviare” o alleggerire il discorso, spesso con una battuta o una risposta arguta.
Quindi, sia che si tratti di rimettere in riga i conti o di improvvisare un verso in rima, il filo conduttore resta sempre quello: cambiare direzione, correggere la rotta, deviare con leggerezza.
Lo Storno che “vola” non c’entrano niente con lo storno che “torna indietro”.
Ora lasciamo per un attimo i registri e alziamo lo sguardo. “Storno” è anche il nome di un passeriforme molto diffuso, noto per i suoi voli spettacolari in stormi rumorosi. Questo Storno, però, non ha nulla a che fare con il verbo stornare: il suo nome deriva dal latino sturnus, una parola che ha viaggiato in molte lingue europee (tedesco “Star”, inglese “starling”, greco antico “psâr”, russo “skvoréc”, ecc.), tutte legate a una radice indoeuropea star-, associata ai suoni e ai richiami tipici degli uccelli canori.
Lo storno contabile e lo storno-uccello condividono il nome sono omofone, ma hanno radici etimologiche e destini diversi. Uno sistema i numeri, l’altro riempie il cielo di coreografie spettacolari. Entrambi, a modo loro, insegnano l’arte del cambiamento che sia in cielo o tra le righe del bilancio, e per finire lasciamoci incantare dalla danza aerea degli Storni raccolta in un video del National Geographic.